E’ il 2015 quando inizio il mio percorso da insegnante; la prima immagine che mi si pone davanti, caro Presidente, è quella Sua. Insegnare Diritto ed Economia significa toccare tematiche che riguardano semplicemente tutta la nostra vita quotidiana: le regole, la Costituzione, i bisogni, i beni, i servizi, il lavoro, la moneta, le Istituzioni…
Ad un certo punto il programma prevede la trattazione della figura del Presidente della Repubblica: per sette anni, grazie al Suo spessore e al Suo equilibrio, ho avuto la fortuna di poter parlare di Lei e della Sua carica in maniera indistinta, senza mai correre il rischio di sconfinare in un giudizio troppo personale, troppo soggettivo.
Lei, Presidente, ha reso più interessanti e più profonde le mie ore di lezione. Lei, Presidente, è stato il riferimento con la “R” maiuscola per le nostre studentesse e per tutti nostri studenti.
Spiegare le consultazioni, il mandato esplorativo, il ruolo del CSM, le funzioni della Corte Costituzionale, il valore etico e sociale dell’economia e del lavoro, l’importanza dell’Unione Europea, è stato molto più facile potendo spesso attingere dai Suoi discorsi, dalle Sue parole.
Grazie a Lei le nostre alunne e i nostri alunni hanno capito il valore e la portata di tematiche quali il Terzo Settore, il volontariato, l’inclusione, la solidarietà, le sfide legate al digitale e alle nuove tecnologie, il bullismo e il cyberbullismo, la sostenibilità ambientale, la salute, il valore della scuola e dell’istruzione.
E’ per tutto questo (e non solo) che mi sento di dirLe GRAZIE.
GRAZIE per avermi accompagnato in aula, GRAZIE per essere diventato un riferimento – quasi una sorta di Super Eroe – per mio figlio, sempre orgoglioso di Lei ad ogni apparizione in TV, accompagnata, fin dall’età di sei anni, o da incitazioni quasi da stadio nei Suoi confronti, o da ossequiosi minuti di ascolto in silenzio. GRAZIE per averci sostenuto, rincuorato e rassicurato durante questi ultimi due anni di pandemia: l’immagine di Lei che depone la Corona presso l’altare della Patria, durante il lockdown, in una Roma deserta, rimarrà a lungo nella mente degli Italiani. GRAZIE per aver difeso con forza l’europeismo della nostra Italia: oggi quasi tutti esaltano la Sua figura, ma solo tre anni e mezzo fa abbiamo assistito, senza parole, ad uno scempio perpetrato da alcuni politici e giornalisti e da molti leoni da tastiera (e tra questi, ahimè, tanti miei conoscenti), pronti a vomitare di tutto nei Suoi confronti, superando le soglie della decenza e della normale critica e configurando spesso ipotesi di reato, attaccandoLa in maniera ignobile per un Suo veto, per una Sua sacrosanta prerogativa esercitata verso un incarico ministeriale al momento della formazione della compagine di governo. Ma Lei si è dimostrato ancora una volta un uomo superiore, comportandosi da buon padre di famiglia, puntando alla coesione nazionale. GRAZIE per aver sostenuto l’Unione Europea, ma GRAZIE anche per aver indicato, con forza, alla stessa UE la strada affinché venissero prese decisioni più giuste e più eque.
GRAZIE, infine, Presidente, per aver restituito, con le Sue scelte e con le Sue azioni, un nuovo volto e una nuova credibilità internazionale alla nostra Italia e spesso a noi tutti.
Dopodomani inizieranno le elezioni per il Suo successore. Chiunque verrà eletto avrà semplicemente un esempio da seguire, una guida, un modello, lì a portata di mano, tra i futuri senatori a vita.