Ieri, 16 Dicembre 2011, è scomparso Wicky Hassan, presidente e co-fondatore, insieme a Renato Rossi, della Sixty, azienda in cui lavoro. Da subito sono stato travolto dalla tristezza e dal senso di smarrimento: il dolore ha subito pervaso i volti di tutti i dipendenti, riuniti per la triste occasione nello show room aziendale. Da quel momento in poi, pian piano, i sentimenti di sopra hanno iniziato a coabitare con i ricordi ed è lì che si è delineata sempre di più e sempre meglio la grandezza di questo uomo.
Che la persona fosse fuori dal comune, che si fosse di fronte ad un genio, ad un artista, lo si respirava in ogni circostanza in cui ci si aveva a che fare. Dopo ogni riunione, dialogo, scambio di battute con lui, si usciva arricchiti, si discutesse di un capo d’abbigliamento, di un abbinamento, di una pagina pubblicitaria, di un video, di una colonna sonora, di un progetto di stand…
Era fin troppo chiaro: il mondo dell’arte aveva regalato un genio assoluto a quello della moda. E per sempre sarò orgoglioso di aver potuto lavorare per lui e con lui.
Quello che hanno fatto nel proprio ambito artisti a lui cari come ad esempio Andrea Pazienza (con cui innovò negli anni 80 le vetrine del proprio negozio a Roma, generando spesso file interminabili di persone pronte ad acquistare, vedere, respirare il vento di novità che riempiva il punto vendita), Wicky – perché così voleva che venisse chiamato, segno di grande umiltà, altra dote non proprio comune a persone del suo calibro – è riuscito a trasportarlo in un altro settore, il tessile, inserendo la sua passione per le arti all’interno del proprio lavoro, contaminandolo al punto giusto, creando prodotti e marchi che hanno fatto la storia della moda, che hanno spesso cambiato il modo d’essere dei giovani, assecondandone i desideri, anticipandone le necessità, proponendo loro ciò che non esisteva, ciò che i competitors avrebbero realizzato sempre dopo, arrivando sempre secondi.
Un piccolo ricordo personale: i primi giorni in cui sono entrato negli uffici della Sixty, notai che comparivano, sparsi qua e là, le gigantografie di molte copertine artistiche dei dischi Progressive degli anni Settanta (dagli Yes ai Gentle Giant, dai King Crimson ai Genesis…), in sostanza il genere che mi ha fatto amare la musica, aprendomi a volte la strada verso le atre forme d’arte, e non riuscivo a capire il nesso, perché fossero all’interno dell’azienda; qualche settimana dopo scoprii che erano alcuni dei 33 giri che Wicky adorava e che aveva voluto ingrandire e cartonare per appenderli nei suoi luoghi di lavoro; ecco ancora una volta tornare in ballo quel suo amore verso le arti, tutte, visive, pittoriche, musicali, sociali, in pratica il fil rouge che lo ha accompagnato fino alla fine in ogni sua azione ed in ogni sua creazione e che lo ha portato ad essere uno dei più lungimiranti imprenditori tessili, un visionario con la mente sempre rivolta al futuro e il cuore sempre rivolto verso il prossimo. Ciao Wicky!
LUI SARA’ SEMPRE NEL MIO CUORE.
IL DOLORE VIVE IN ME, E’ ASSOLUTO,LO SENTO FORTE. UN DOLORE CHE MI CREA UN INSOLITA FELICITA’ PER AVER ESSERE STATA AL FIANCO DI UN UOMO COME LUI.
MI MANCA E MI MANCHERA’ PER IL RESTO DELLA MIA VITA.
NESSUNO RIUSCIRà MAI A PRENDERE IL SUO POSTO DENTRO DI ME.
LUI è NELLE MIEI MANI CHE SI MUOVONO SU UN FOGLIO BIANCO.
GRAZIE LUCA PERCHE’ LE TUE PAROLE LO AVREBBERO LUSINGATO, E AVREBBE SORRISO TIMIDAMENTE IMBARAZZANDOSI UN PO’.
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