Al giorno d’oggi siamo sommersi da foto e filmati realizzati con telefonini e postati su Facebook dopo due minuti, da video girati con qualsiasi mezzo e caricati su YouTube, da riprese effettuate con telecamere che permettono il salvataggio di ore e ore di girato su una scheda di memoria da pochi euro in pochi secondi e devo ammettere che io stesso non mi sottraggo a questa pratica di “fast auto-reporter”.
Da più di dieci anni ormai i rullini, le polaroid e le relative macchine fotografiche hanno lasciato spazio alle foto digitali, i processi di sviluppo e stampa si sono accorciati, eliminando la prima parte della filiera, perfino nelle sale cinematografiche è stata messa al bando la pellicola per far posto al digitale, eppure l’emozione, la cura, il romanticismo, la passione, l’attenzione usata nella creazione di immagini e video su pellicola non potranno mai essere rintracciabili nei freddi codici “0-1”del digitale.
Sul finire degli Anni ’80 comparvero le prime telecamere ad uso domestico che permettevano ad un costo ragionevole ore ed ore di ripresa continua, da rivedere subito sul televisore e magari riutilizzando la cassetta più volte: una svolta! Ma col tipico rovescio della medaglia: avendo a disposizione centinaia di minuti iniziarono a proliferare lunghi e spesso noiosi filmati di matrimoni, feste paesane, vacanze estive, compleanni, a volte corredati dall’orribile “data/ora” impresso in basso a sinistra; gli improvvisati cameramen iniziarono a non prestare più troppa attenzione ai dettagli, alle inquadrature, alla selezione delle scene.
Ma prima dell’avvento delle telecamere e delle videocassette, come venivano immortalate le immagini in movimento?
Una delle risposte sta in una cartuccia con 3 minuti di pellicola da girare, una cinepresa, un proiettore e circa due settimane di attesa per lo sviluppo. Qualcosa di impensabile al giorno d’oggi, ma che riusciva a generare qualità di tipo cinematografico ed una cascata di emozioni. Parlo del supporto “Super8”, diffusosi in maniera esponenziale tra gli anni ’60 ed ’80, e mandato in archivio proprio dalle telecamere agli inizi dei ’90.
Soli 180 secondi a disposizione, al costo di 17.000 Lire circa per condensare una giornata-evento, immortalare scene di vita familiare, raccogliere le emozioni di un viaggio o di un paesaggio.
Ma l’uso di un proiettore e dei cosiddetti “filmini” non si limitava solo a ciò.
Erano i primi Anni ’80, nel mio paese si vedevano solo RAIUNO e RAIDUE e non esistevano ancora le videocassette; ricordo ancora l’emozione di quando tornai a casa dall’asilo e trovai il nuovo proiettore sonoro e per la prima volta riuscii a vedere un cartone animato in Super8 del Grande Mazinga proiettato sui muri di casa mia, con la possibilità di rivederlo in qualsiasi momento della giornata. Ma non solo cartoni. Col proiettore si poteva vedere a casa un po’ di tutto: documentari, serie televisive, materiale dell’Istituto Luce, film Disney.
Oggi purtroppo il Super8 continua a vivere solo in un mercato di nicchia e per girare 3 minuti con la cinepresa occorre rivolgersi per lo più a mercati esteri e spendere non meno di 35 Euro.
A distanza di decenni, 3 anni fa ho sentito di nuovo il rumore di una cinepresa super8 in azione. Era la mia: l’ho azionata nell’Ospedale di Chieti per imprimere su pellicola le prime ore di vita di mio figlio e ricordo che tutti mi guardavano come un marziano.
La gioia nel vedere oggi Matteo che si diverte insieme a me quando monto lo schermo, carico le bobine, metto a fuoco, proietto e riavvolgo, vale ben più di 35 euro.
Nota: nel 2009 Marcello Antonelli, Mario Di Nunzio ed io abbiamo organizzato la Prima Giornata Divulgativa Cinematografica a Borrello, dal titolo “L’intrattenimento video domestico” – di cui si possono vedere locandina e immagini su www.giornatadivulgativa.com – in cui fu trattato anche il tema del Super8 e vennero proiettati filmati originali su Borrello, di cui viene riproposta un’ampia carrellata su www.borrellosite.com/index.asp?ubi1=Home&ubi2=BorrelloTube