Pochi giorni fa ho scritto un post criticando abbastanza duramente il ritorno dei Pink Floyd sulla scena con un disco esclusivamente frutto di strategie di marketing e oggi mi ritrovo a parlare di un’altra operazione nostalgia che però, a differenza di molte altre, ha qualche pregio in più.
Considerata la mia passione per i Genesis e in particolar modo per i loro album dell’”era Gabriel”, appena letto dell’imminente uscita dell’ennesimo cofanetto , ho trovato la cosa piuttosto banale, anche perché di operazioni simili ne erano state già fatte diverse in passato. Nei giorni successivi ho approfondito il tutto leggendo qua e là in rete, scoprendo con sorpresa la particolarità del box: in 3 cd vengono presentate quasi 40 tracce che partono dai brani più significativi tratti dai primi album progressive quali Foxtrot, Nursery Cryme o Selling England by the Pound , per arrivare ai successi commerciali degli anni Ottanta e Novanta, quali Invisible Touch, Mama, Land of Confusion etc., rigorosamente posti in ordine cronologico. E’ risaputo che i Genesis, come molti altri gruppi, hanno vissuto negli anni diversi travagli ed abbandoni: in particolare quello di Peter Gabriel a metà anni Settanta, seguito a ruota da Steve Hackett, creò molto scalpore, tanto che per i fan più intransigenti i veri Genesis sono morti proprio nel 1975 dopo la dipartita del frontman e su questo ammetto che fino a poco tempo anch’io pensavo la stessa cosa; da un po’ di tempo però, pur conservando una netta preferenza per i primi Genesis, reputo l’era post-Gabriel ugualmente degna di interesse, se non altro per la capacità della band di adeguare le sonorità ai tempi, continuando comunque a scrivere, in piena epoca new wave, canzoni più commerciali, ma ricche di spunti interessanti e sonorità originali, spesso utilizzando trovate elettroniche particolari.
Ci si chiederà a questo punto: e dove sta la novità del cofanetto? A tale proposito va ricordato che i vari membri della Band sono riusciti ad avere tutti, con alterne fortune, una carriera parallela da solisti. Ecco allora riproposti all’interno dei 3 cd, sempre mantenendo fede all’impostazione cronologica, brani di Peter Gabriel, singoli di successo di Phil Collins, canzoni di Mike Rutherford incise con i Mike+The Mechanics. E non solo, a fianco a successi quali Solsbury Hill, In the air tonight o Over My shoulder, troviamo rarità estratte dai dischi del tastierista Tony Banks e brani inclusi negli album da solista del prodigioso chitarrista Steve Hackett, materiale per molti sconosciuto e che permette di avere una visione completa del Gruppo e dei loro componenti.
Sicuramente sarà difficile rivedere insieme Peter Gabriel, Phil Collins ed il resto della band, né per un album, né per una reunion live, e forse è giusto anche così, ma è apprezzabile il fatto che cinque personalità diverse come loro abbiano approvato l’idea di un cofanetto originale (e dal prezzo modico, se si pensa che quasi allo stesso prezzo del nuovo disco dei Pink Floyd, si possono ascoltare 3 cd per circa 4 ore di musica!), mettendo insieme esperienze molto diverse tra loro e abbandonando alcune loro tipiche dosi di egoismo e snobismo, e qui il riferimento è soprattutto a Peter Gabriel, che, una volta uscito dal gruppo, ha sempre mantenuto le dovute distanze da ogni singolo nuovo progetto a nome Genesis, un po’ come Waters con i rimanenti Floyd. Ma forse l’età e – diciamolo – la prospettiva di incassare qualche soldo in più, muove gli animi anche degli artisti più intransigenti.
Dopo aver assistito alla tappa di Ancona del Tour del 2003 di Peter Gabriel, al concerto evento del 2007 dei Genesis al Circo Massimo e allo spettacolo Genesis Extended di Steve Hackett allo scorso PescaraJazz, ascoltando i 3 cd di “Genesis R-Kive “ è come se idealmente fossi riuscito per qualche ora a rivederli tutti insieme sulla scena. Sarà mai di buon auspicio?
Qui di seguito un’esecuzione di Firth of Firth del 2015 fatta dal nostro gruppo, gli Sfaratthons: