Cade di Sabato, quest’anno, l’Anniversario della strage di Capaci, come quel Sabato in cui, ragazzo, tornavo a casa dopo aver giocato per ore a calcetto e, accendendo la TV, scoprivo le immagini agghiaccianti trasmesse dalle Edizioni Straordinarie dei TG: un pezzo di autostrada in macerie e la notizia della morte di Giovanni Falcone, della moglie e di parte della scorta; ricordo ancora il viso, sconvolto, di mio padre. Era il 23 Maggio 1992 e io, appena sedicenne, mi apprestavo a chiudere l’anno scolastico, tra compiti in classe e ultime interrogazioni; in quei giorni si assisteva alle prime votazioni del Parlamento in seduta comune per eleggere il successore di Francesco Cossiga, mentre sul mondo politico italiano si stava abbattendo il “ciclone Tangentopoli”.
Il pianto in diretta TV della vedova di un membro della scorta di Giovanni Falcone durante i funerali, la fredda accoglienza riservata in Chiesa ai politici dell’epoca, il rapido cambio di “strategia politica” che portò un ex magistrato, Oscar Luigi Scalfaro, al Quirinale… sono queste alcune delle immagini rimaste stampate nella mia mente e a cui ho spesso attinto nel celebrare in classe il ricordo di Falcone e Borsellino.
Ogni anno mi ha sempre accompagnato in aula il libro “Cose di Cosa Nostra”, di cui far leggere a studentesse e studenti vari brani scelti; ogni anno la Scuola, dalla Dirigente in giù, ha speso energie per manifestazioni, celebrazioni, proiezioni di video e materiale legato ai due magistrati siciliani; ogni anno il mondo dell’istruzione ha reso loro omaggio con eventi nazionali e regionali, a cui il nostro Istituto ha sempre partecipato con pieno coinvolgimento (La Nave della Legalità, le dirette dall’aula bunker di Palermo, solo per citarne alcuni).
Ogni anno è stata data alla commemorazione la giusta attenzione, che neanche in questa condizione di emergenza è venuta meno. La didattica a distanza ha costretto da mesi dirigenti, docenti, alunni e famiglie a rivedere tanti modi di agire e di pensare: nuove scansioni temporali, ore davanti a un telefonino o a un pc ad accendere e spegnere un microfono, passaggi da un ambiente virtuale all’altro, la (ri)scoperta di mirabili strumenti quali PowerPoint o MovieMaker e affini…insomma, una vera e propria “rivoluzione copernicana 2.0” per il mondo della scuola.
Speranzosi di poter tornare tutti a breve nelle aule, sede naturale del rapporto alunno-docente, non posso nascondere, insieme alle (iniziali) problematiche, alcuni risvolti positivi scaturiti dalla didattica a distanza: spesso alunni ed alunne poco attenti in classe sembrano esser diventati scolari modello a distanza; divari tecnologici ed informatici colmati da docenti e studenti per ovvie “ragioni di sopravvivenza”, sviluppo di una maggiore attenzione alle problematiche sociali e alle competenze civiche in genere, una maggiore attitudine alla solidarietà ed assistenza da parte di alcuni alunni verso altri…insomma, tanti sono gli aspetti positivi da evidenziare insieme alle difficoltà obiettive legate alla novità.
Approfittando della situazione emergenziale, in occasione delle celebrazioni di Falcone e Borsellino, ho provato a stimolare gli studenti con un’attività molto banale, che le moderne teorie basate sulle competenze chiamerebbero pomposamente WEBQUEST (ossia “un modo di fare lezione orientato alla ricerca e all’indagine, in cui la maggior parte o tutte le informazioni con cui lavorano gli studenti provengono dal web”) e che praticamente consiste nella volgare “ricerca su INTERNET”. A volte durante l’anno si tentano attività di questo tipo, ma spesso con alterne fortune.
Quando stamattina ho iniziato a vedere le riconsegne da parte di alunne ed alunni ho pensato che ancora una volta l’emergenza e la Didattica a Distanza erano riuscite in qualcosa che la lezione in presenza avrebbe difficilmente prodotto: dopo aver illustrato loro le figure dei due magistrati, avevo invitato gli studenti, per la lezione successiva, ad effettuare una ricerca online, potendo scegliere ognuno cosa riconsegnare e in quale modalità (la segnalazione di un link, un video, una ricerca scritta, immagini, canzoni….), purché inerenti le figure dei due magistrati.
Tra video, articoli di testate online e stralci da wikipedia, siamo riusciti a raccogliere diverso materiale e a commentarlo con uno spirito di partecipazione non sempre visto in altre circostanze: Capaci, Via d’Amelio, il pool, il maxiprocesso, il pentito Buscetta, i film, gli attori e le fiction legati agli eventi… sono stati alcuni dei vari tasselli messi a disposizione dagli alunni per confezionare una sorta di “lezione ribaltata”, che, a voler fare i moderni, molti amano chiamare “flipped classroom”; e sì, perché i veri protagonisti della lezione sono stati soprattutto loro, di solito fruitori passivi di nozioni e informazioni.
Quel Sabato pomeriggio di Maggio e quella torrida Domenica di Luglio continueranno ad essere ben impressi nella mia mente per sempre e forse da oggi hanno iniziato a fare breccia anche nella testa e nel cuore di molti miei studenti e studentesse.
Questa ultima piccola esperienza mi porta a ringraziare tutti gli studenti (e le loro famiglie), per come hanno affrontato e stanno affrontando questa emergenza, una situazione nemmeno lontanamente immaginabile fino a pochi mesi fa.