Skip to content
Menu
Il sito di Luca Di Nunzio
  • CHI SONO
    • DA DOVE VENGO
    • MY SELECTION
      • DISCHI
      • CALCIO
      • CINEMA
  • GLI SFARATTHONS
  • DI MUSICA
    • MILES DAVIS E’ IL JAZZ
    • DE ANDRE’: GLI ULTIMI DIVENTANO I PRIMI
    • K. JARRETT E IL SUO KOLN CONCERT
    • IL PROG ROCK, UNA MUSICA PER CRESCERE
    • 20 ANNI SENZA FRANK ZAPPA
    • LA LIRICA, UN PATRIMONIO PER I GIOVANI
    • LA SPERANZA DI UN NOBEL A BOB DYLAN
    • IL NOBEL E’ REALTA’ PER BOB!
    • LA DEMOCRAZIA DELLA MUSICA JAZZ
    • UN RICORDO DI LUIGI TENCO
    • LA POVERTA’ CULTURALE E QUALITATIVA DELL’MP3
    • GLI ’80 TRA PUNK, POP E NEW WAVE
    • SANREMO: I PIACEVOLI RICORDI
  • A SCUOLA
    • IL MIO PRIMO ANNO DI SCUOLA
    • SCUOLA E COMPETENZE
    • L’ISTRUZIONE PROFESSIONALE
    • IL VALORE DEGLI ERASMUS
    • LA COSTITUZIONE A SCUOLA
    • LA CADUTA DEL MURO
    • L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO
    • IL GIORNO DELLA MEMORIA
    • L’UNIONE EUROPEA
    • 60 ANNI DI UE, 60 ANNI DI PACE
    • UN PROGETTO MULTIDISCIPLINARE
    • IL MALE NON HA COLORE
    • DANTE E IL DIRITTO
    • FALCONE E BORSELLINO E LA DIDATTICA A DISTANZA
    • LA VALUTAZIONE SIA FORMATIVA
  • ECONOMIA, TUA, SUA
    • IL CAPITALE DI PIKETTY
    • IL FUTURO DEL WELFARE
    • UN NOBEL A TINTE VERDI
    • NON DI SOLO PIL VIVE L’UOMO
    • KEYNES, UN RIFERIMENTO PERENNE
    • GLOBALIZZAZIONE? SI’, NO, NON SO
    • LA NATURA NON PUO’ ASPETTARE
    • IL QUANTITATIVE EASING
    • IL TERZO SETTORE
    • INFLAZIONE: AMICA O NEMICA?
    • OLIVETTI, LA BUONA IMPRESA
    • A LEZIONE DA FRANCESCO
Il sito di Luca Di Nunzio

Il ricordo dell’Olocausto e l’assurdità del negazionismo

Posted on 20 Gennaio 201231 Gennaio 2020

Sono passati poco meno di settant’anni e sembra affievolirsi nella mente di troppe persone il ricordo e il significato dell’Olocausto.
Negli ultimi anni si aggira nel mondo un terribile spettro: il negazionismo.
Sentire questa parola mette i brividi, eppure in rete, all’interno di movimenti pseudo-politici, in alcuni ambiti dell’Associazionismo e, ancor più grave, in alcuni ambienti scolastici ed accademici, questo orribile termine ha iniziato a trovare un terreno sempre più fertile.
Mi sono sempre chiesto: “E’ davvero possibile che il mondo, pian piano, stia iniziando a dimenticare quello che è accaduto solo l’altro ieri a milioni di persone? E soprattutto, come può anche una sola persona, sana di mente, negare gli stermini, i campi di concentramento, le camere a gas, le confische…?”
Ritengo assurdo che possa essere permessa anche la sola pronuncia della parola “negazionismo”, dovrebbe essere reputato un crimine, perseguibile in tutto il mondo o per lo meno nei paesi più evoluti.
Fra pochi giorni, il 27 Gennaio, si celebrerà la giornata  della memoria che troppo spesso sembra essere solo un appuntamento rituale, con cadenza annuale, in cui vengono trasmesse  immagini di repertorio nei TG,  viene inserito  qualche film nei palinsesti televisivi e poco più. Certamente la distanza storica dagli eventi e quella fisica dai luoghi contribuiscono a far scendere l’attenzione verso il tema,  così come accade nei racconti dei nonni (penso sempre a quanti ne ho sentiti io sulla guerra e sulla distruzione del mio paese),  che lasciano sì un po’ di spazio all’immaginazione, ma sembrano sempre essere al confine tra la realtà e la fantasia.
Personalmente fino a 5 anni fa, sebbene conscio dell’immane tragedia rappresentata dalla Shoah, non ero mai andato oltre i libri (per lo più scolastici), qualche documentario, e due- tre film sul tema…
Nel marzo 2007 qualcosa è cambiato: ho fatto un viaggio in Polonia, a Cracovia, e in quella occasione mi sono recato ad Auschwitz.  A questo punto del post le parole potrebbero diventare superflue e sarebbe difficile descrivere le sensazioni provate.
Posso solo dire che in quel momento ho pensato: “Ogni persona dovrebbe venire, almeno una volta nella vita, in questo luogo…”. Una riflessione forse banale, ma è davvero la prima cosa che mi è venuta  in mente.

Nell’arco di 2-3 ore abbiamo varcato il cancello in cui troneggia la tristemente nota scritta “Arbeit Macht Frei” (Il lavoro rende liberi), con cui venivano umiliate le persone che entravano nel campo di concentramento, siamo entrati nei vari “block”, abbiamo camminato al fianco di recinzioni con filo spinato, siamo passati vicino alla ferrovia su cui correvano i treni del dolore…
Sono rimasto colpito da come una scolaresca italiana, in gita scolastica, sia passata dal normale trambusto, tipico degli adolescenti, al silenzio assoluto nell’arco di pochi minuti. Tutti i ragazzi, anche i più vivaci e i meno interessati, in poco tempo sembravano essere diventati uomini e donne vissuti.
Da quel giorno ho visto tutto con un’altra ottica, tornato in Italia ho riletto “Se questo è un uomo” di Primo Levi e mi è sembrato di vedere tutto da vicino, come se fossi lì.
Sicuramente è stata un’esperienza  molto forte, ma di cui sono pienamente orgoglioso. E’ un viaggio che consiglio di fare, è giusto che si veda, che si tocchi con mano, solo così si può capire fino in fondo.

Qui di seguito un brevissimo video da me girato in quella circostanza.

Condividi su:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

MY POSTS

  • Il degrado repubblicano da Ronald a Donald e la mancanza di coraggio dei Democratici
  • Gli alunni tornano in aula. Valutiamoli, oggi più che mai, in modo formativo!
  • Il ricordo di Falcone e Borsellino nell’era della didattica a distanza
  • L’Unione ai tempi del CoronaVirus
  • Il primo Dantedì: il Sommo Poeta, la Divina Commedia e il Diritto
  • Il concerto ritrovato di De André e la PFM, un tuffo al cuore
  • Il male non ha colore…si aggira nel buio
  • Il giorno della Memoria a Scuola raccontato dai sopravvissuti
  • Non esistono scuole di serie A o di serie B: l’importanza dell’Istruzione Professionale
  • L’ora di supplenza e il trentennale della caduta del Muro
  • Buon anno scolastico agli unici protagonisti della scuola, gli studenti!
  • Che esame, la vita
  • Il Nobel per l’Economia si tinge di verde
  • Una scuola basata sulle competenze: un terreno da coltivare per il bene dei nostri figli
  • L’Europa e l’Erasmus: un tesoro per i giovani studenti del vecchio continente
  • La consegna della Costituzione agli studenti italiani
  • Quando anche il Festival di Sanremo suscita piacevoli ricordi
  • “Un ambiente degno di Nota”: molto più di un progetto scolastico
  • Il referendum in Italia e la progressiva scomparsa del NO
  • Sessant’anni di Unione e di Pace.
    Buon Compleanno Europa!
  • La Globalizzazione, un’opportunità economica o una fucina di disuguaglianze?
  • Il futuro dello Stato Sociale è anche nelle nostre mani
  • Un Nobel da sogno: il “passaggio di testimone” tra Dario Fo e Bob Dylan
  • La RAI e Libero Grassi: quando la fiction svolge un ruolo educativo
  • La Bestia Umana: una piccola impresa musicale
  • Un anno di scuola
  • L’inflazione: a volte nemica, a volte alleata?
  • Sana e robusta Costituzione per la nostra Repubblica quasi settantenne?
  • La natura non può più aspettare
  • Trent’anni fa la tragedia dell’Heysel: il giocattolo del bambino si rompe per sempre
  • La speranza di una ripresa economica riposta nel “Quantitative easing”
  • Il capitale nel XXI secolo di Piketty, libro economico dell’anno
  • R-Kive: un cofanetto dei Genesis piacevolmente sui generis
  • The Endless River: i Pink Floyd e un ritorno di cui si poteva fare a meno
  • L’insegnamento democratico della musica jazz
  • Pop, funky, new wave: cosa resta di quegli Anni Ottanta?
  • L’Europa: una casa da ristrutturare, non da evacuare
  • Luigi Tenco: il valore e la fragilità dei sentimenti
  • L’importanza del Terzo Settore nell’Economia
  • Una lezione di economia per il 2014
  • La musica lirica: un patrimonio a disposizione dei giovani
  • Fabrizio De André e gli Ultimi che diventano i Primi
  • Olivetti, l’imprenditoria a servizio dei sogni e del benessere sociale
  • Vent’anni senza la genialità di Frank Zappa
  • Il PIL non può essere l’unico misuratore del benessere di una nazione
  • Gli Ufo e i Robot entrano nelle case degli Italiani
  • La speranza di un Premio Nobel a Bob Dylan
  • L’unicità delle pellicole di Stanley Kubrick
  • L’impoverimento culturale e qualitativo della musica sottoforma di mp3
  • Il Rock Progressive, una musica per la crescita della mente
  • Un ricordo “speciale”
  • La magia dell’analogico e delle immagini in Super8
  • John Maynard Keynes, un punto di riferimento per affrontare la crisi economica
  • Il Concerto di Colonia di Keith Jarrett, un miracolo musicale
  • Il ricordo dell’Olocausto e l’assurdità del negazionismo
  • Miles Davis, un cardine della storia musicale del Novecento
  • Un ricordo di Wicky Hassan, visionario della moda
  • I più forti calciatori mondiali nella Serie A italiana degli anni Ottanta
©2021 Il sito di Luca Di Nunzio | WordPress Theme by Superbthemes.com