Domani inizia il mio quinto anno di insegnamento, non un lungo periodo, in cui ho cercato di dare il massimo, attingendo dalle mie passate esperienze, lavorative e di vita, consapevole che il ruolo del docente è fondamentale per il futuro di ogni singola ragazza o ragazzo, domani donna o uomo. Ho visto studenti e studentesse crescere da un mese all’altro, ho visto comportamenti limati pian piano, ho visto progressioni impressionanti nello sviluppo delle competenze sociali, civiche e prettamente didattiche, ho visto alunne e alunni in grado di confrontarsi e integrarsi, non solo all’interno delle aule, ma anche nelle varie nazioni coinvolte in progetti comunitari, ho visto studentesse e studenti col volto pieno di gioia e curiosità, affacciarsi al mondo del lavoro.
Certo, ho visto anche situazioni a volte rimaste immutate, se non peggiorate: in ognuno di tali casi ho capito che anche io avrei dovuto fare qualcosa di diverso, qualcosa di meglio, qualcosa di più. Ogni studente che perde un’opportunità, che fallisce un obiettivo, che “prende una strada sbagliata” deve indurre ogni singolo docente a riflettere su quanto fatto o non fatto.
La scuola si muove sempre più verso un’ottica basata sulle competenze e non solo sulle conoscenze e questo è quanto di meglio possa accadere. Formare un giovane significa non solo fornirgli le giuste nozioni, spiegargli i vari argomenti nel miglior modo possibile, occorre puntare a valorizzare anche tutte le sue capacità, palesi o nascoste, scolastiche e non, occorre tirar fuori il meglio dal suo vivere quotidiano in famiglia, in gruppo, in associazioni. Non mi stancherò mai di ripetere che la consecutio temporum, il teorema di Lagrange, gli elementi costitutivi dell’azienda, la Legge di Ohm sono tutte cose importanti, ma lo sono ancor di più se insieme al loro studio il ragazzo o la ragazza sviluppa capacità critica e attitudine al problem solving, aumentando il numero di competenze day by day, mese dopo mese, anno dopo anno. A me, fortunatamente, ciò è accaduto, certo, non con tutti i docenti che ho incontrato nel mio percorso, però sono ben conscio che quel po’ che riesco oggi a trasmettere è frutto del lavoro “diverso”, non “consueto”, non “tradizionale”, fatto più di vent’anni fa da 3-4 Docenti “lungimiranti”, anche un po’ visionari, oltre che competenti.
Dicevo all’inizio che in cinque anni ho cercato di dare il massimo, ma quel che più emerge dopo questo breve periodo è l’arricchimento che IO ho ricevuto da ogni singolo studente; ciò che loro hanno dato a me per ora supera di gran lunga il valore del processo inverso; pur con tutte le piccole difficoltà quotidiane da affrontare nell’approccio con le nuove generazioni, il vero motore del nostro “lavoro” sono e saranno sempre loro. Noi facciamo loro centinaia di domande, cercando anche di dare una valutazione alle risposte, ma raramente capiamo il valore delle loro domande, qualsiasi esse siano: ogni singola richiesta, ogni singolo quesito non può e non deve essere mai tralasciato.
Buon anno scolastico ai nostri studenti e studentesse!